Nell’ultimo incontro tra sindacati e governo si sono discusse le ultime richieste per ottenere il più presto possibile un rinnovo del contratto nazionale dei Pubblici Esercizi, della Ristorazione Collettiva, Commerciale e Turismo, scaduto il 31 dicembre 2021.

Fisascat Cisl insieme a Filcams Cgil, e Uiltucs hanno sottolineato come le lavoratrici e i lavoratori di questo settore si siano fatti carico delle diverse criticità ormai da troppo tempo, nonostante le tante difficoltà già presenti da prima della pandemia. C’è la necessità di interventi volti a migliorare la qualità del lavoro nel comparto della Ristorazione, che è caratterizzato  ormai da una crescente precarietà, da una vasta presenza di lavoro irregolare e dal part time involontario, spesso a poche ore settimanali, con una flessibilità organizzativa .

E’ necessario, per le tre sigle, anche un intervento legislativo finalizzato ad una riforma degli ammortizzatori sociali, rendendoli più corrispondenti alle esigenze del comparto, con particolare riguardo al lavoro stagionale, per il quale la richiesta unitaria verte sulla riforma della Naspi, non più procrastinabile, affinché i periodi di assenza lavorativa tra una stagione e l’altra possano avere una copertura reddituale adeguata.

Per i sindacati la precarietà nel settore non è solo occupazionale ma anche reddituale, aggravata ulteriormente dall’ampliamento dell’utilizzo dei voucher e dall’estensione della durata del contratto a tempo determinato, operata nel “Decreto Lavoro” varato dal Governo nelle scorse settimane e in vigore dal 5 maggio. In questo contesto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sottolineato l’importanza della detassazione degli aumenti contrattuali e dei Premi di Produzione, indicando nella semplificazione della disciplina in materia del Fondo Nuove Competenze e della riqualificazione e formazione professionale dei lavoratori una opportunità per il rilancio del comparto.